Così, quasi per caso ti ritrovo.
Come la chiave della cassetta della posta. Che si perde sempre.
Poi la ritrovi e ti dici, uau, così non mi trituro più l'indice e il medio mentre cerco di recuperare le bollette attraverso la fessura.
Ma recuperare le bollette attraverso la fessura lo fai lo stesso. Non è un grosso problema. E' solo un po' un fastidio.
Però, insomma, se la chiave la trovi, tanto meglio.
Io ti ho ritrovato così per caso.
Pensavo di non poter fare a meno di quella chiave.
L'ho cercata chissà quanto.
Testardamente.
Disperatamente.
In un modo che non mi apparteneva davvero.
In quei giorni di frenetica ricerca non mi riconoscevo.
Girava la testa.
Costole di vetro e sotto il vuoto. Il nulla. Nero. Vuoto e spugnoso.
Apri la bocca per respirare e niente. Un blocco di marmo.
Questo mi hai fatto.
Così mi hai ridotta.
Tu.
Mi hai fatto male più di qualsiasi altra persona al mondo.
Eri la mia dipendenza. E tu la dose me la negavi cinicamente se in quel momento non ti andava di farlo perchè avevi giochi migliori tra le mani.
Sei stato spietato.
E per questo ti ho voluto.
Perchè tale crudeltà mi ha fatto sentire viva quando ero morta.
Mi hai donato la vita.
Me l'hai fatta assaporare. Calda e salata giù per la gola.
E poi me l'hai tolta.
Così.
E mi hai relegato fuori dalle mura. Nella Geenna. Tra ossa di capra e di cane. A morire di sete.
Derisa e umiliata.
"Guardala come si è ridotta..."
E te ne sei andato via verso il prossimo diversivo usa e getta.
Usa e getta come gli abbracci che elargivi.
Mi hai abbandonata tra gemiti di dolore e blister di pasticche e benzodiazepine e alcool e mattonelle del bagno e vomito e dita puntate e sguardi nel vuoto e fissare la lavatrice seduta per terra e illeggibili occhi bui.
Fine dei giochi.
Game over.
Peccato tu ti sia strategicamente dimenticato di farla passare in sovrimpressione la scritta.
Ma poi.
Poi.
Incredibilmente.
Qualcuno ti fa sorridere.
Prima un pochino. Timidamente.
Non è possibile ti dici.
Poi non puoi fare a meno di sorridere sempre più.
E poi boh.
Me lo riprendo anche quel cuore lì in terra.
E me lo tengo qui.
Che poi. Boh. Se. Forse. Ma non. Insomma. E' qui.
E così, quella chiave della posta l'ho ritrovata.
Ma non mi serve.
Non mi serve proprio per niente.
Anzi mi dà fastidio. Dover tornare in casa solo per quella anche no. Vialetto lungo. Shaky ci ha fatto pure i bisogni.
Non mi serve.
Non la voglio.
Ma che si perda.
Ma che scompaia.
Io non la voglio più vedere.
Riesco a prendere quel che mi serve anche senza. Anzi.
Trovo di molto meglio.
Molto meglio.
Cose che tu non sai nemmeno cosa siano.
Nemmeno potresti mai essere.
Cose che non t'immagini nemmeno.
A mai più.
E niente auguri a te.
Bastardo.