Riempio e svuoto.
Quella voragine, quella bocca spalancata d'anaconda arrotolata su sè stessa nel mio ventre ha fame di nuovo.
Riempio e svuoto.
Zittisco quelle voci.
Attutisco calci, pugni sui denti, mi nascondo con le ginocchia al petto dietro a quella cortina di ferro e ingoio.
Ingoio e si tappano le orecchie, si velano gli occhi.
Mi sento al sicuro lì dietro tutta sola.
Arriva la vertigine come un'onda troppo alta.
Per un istante, un dannatamente benedetto istante infernale, tutto tace.
Mi sento quasi un braccio caldo intorno alle spalle. Qui comando io.
Ho fatto quello che ho scelto.
E poi respiro di nuovo.
E l'istante si spezza. Non c'è spazio per il normale lavoro di respirazione dei polmoni, l'anaconda ha la bocca piena ed è anatomicamente sfigurata, con quella bocca traboccante di cibo agli angoli.
Che schifo.
Schifo.
Mi fa solo schifo. Mi faccio solo schifo.
Buttala fuori quella bestia. Costi quel che costi.
Butto tutto fuori.
Butto tutti fuori.
Mi butto tutta fuori. Mi spreco così.
Mi riempio e mi risvuoto.
E poi ancora, ancora, fino alle lacrime, fino al sangue.
"Ingoio il rospo".
Ma quello salta sempre fuori, prima o poi, per poi tornare.
E so che non è giusto.
E quindi i mostri dovranno cercare qualcun'altro.
Prima o poi non tornerà più... Il cambiamento avviene nello scorrere (interiore)... ;)
ReplyDeleteGrazie Giuseppe. Grazie per aver letto e avermi lasciato un pensiero. E' molto bello.
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