Ieri ho detto una bugia.
Una grossa.
Anche se mi dico che una bugia detta per nascondere una verità antipatica non è poi cosa così terribile.
“Come stai?”
“Benissimo!!!”
“Benissimo” era già di per sé una bugia. Il fatto di averlo detto con tale vigore rendeva la mia bugia ancora più ingombrante e odiosa da dire.
Mi ha dato fastidio la mia voce mentre mentivo. Ho dovuto girare intorno a questa grossa bugia, appiattendomi contro il muro per farla passare, tirando la pancia in dentro per cercare di occupare poco spazio.
E mi dava tanto fastidio non dire la verità a chi considero essere un’AmicoVero.
Però.
Però lamentarsi non serve a nulla. Soprattutto con chi soffre più di me, ha problemi sfibranti e li vive da periodi di tempo prolungati.
C’è sempre questa battaglia: la voglia egoistica di dire la verità all’unica persona che so che comprenderà e sarà capace di darmi il consiglio più equilibrato, disinteressato e sensato; e la voglia di mettere tutto da parte, spingerlo e compressarlo in un angolo e offrire solo la mia parte positiva, spensierata, e provare a regalare un sorriso a chi ne ha sempre donati tanti a me, anche quando non aveva motivi per farlo, ma ha sempre fatto lo sforzo razionale e cosciente di sorridere a dispetto di tutto.
“Problema o opportunità”
Vorrei avere un atteggiamento tale.
E vorrei riflettere una goccia di quell’incoraggiamento tanto puro quanto raro che mi è stato donato.
Così. Gratis.
E’ per questo che ho mentito.
Vorrei farlo più spesso se servisse a portare un sorriso sincero.
Anche a me e stessa.
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