IO ALLA FINE NON SO COSA SIA UNA BELLA FOTO.SO SOLO CHE VEDO COSE E LE DEVO FERMARE.E CHE A VOLTE HO QUALCOSA DA DIRE.ALTRE VOLTE, NO.


19.4.12

Su quanti scivoli si può sgusciar via in un giorno solo? 
 Quando ero piccola gli scivoli erano di metallo, con quelle scalette ripidissime e la ringhiera di ferro per tenersi era sempre mezza arrugginita con la vernice blu o rossa che si staccava. La tenevo fortissimo quella ringhiera. Piantavo i piedi su ogni scalino così forte che l’intero scivolo rimbombava. 
E poi finalmente ero su. Mi sedevo. E prima di cedere alle insistenze del bambino dietro di me che spingeva per avere il suo turno, io mi sedevo. Mi sedevo e guardavo giù. Mi guardavo intorno. Mi godevo quell’istante in cui io ero sopra a tutti e tutto. In quell’istante, lì sopra c’ero solo io. E le margherite lì in basso sembravano come il luccichio delle onde del mare d’Estate. E le maestre in fondo al cortile erano piccole come le cimici. E i bimbi, incluso quello dispettoso, erano piccini come i grilletti verdi. E le persone che mi facevano paura, viste da lassù sembravano come quei ragnetti piccoli rossi che potevi schiacciare con un polpastrello senza neanche spingere troppo. 
 E poi mi davo la spinta per scivolare giù. E la sentivo nella pancia. E trattenevo il respiro. E mi lasciavo andare. E non avevo peso. E niente e nessuno avevano più peso. Tutto grazie a quei pochi scalini di metallo. 
E poi arrivavo coi piedi per terra. E tutto tornava come prima. 
Ma se mi annusavo le dita, lo sentivo quell’odore di metallo, di ruggine. L’odore che mi insegnava che un modo per non avere paura ed essere libera c’era già.

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